15 dicembre 2022 – Fernanda Cosi è stata rieletta alla carica di segretaria generale dello Spi Lecce, il sindacato provinciale dei pensionati della Cgil. L’elezione è avvenuta ieri pomeriggio, al termine dell’ottavo congresso provinciale, alla presenza del segretario generale regionale, Gianni Forte, e della segretaria generale della Cgil Lecce, Valentina Fragassi. Confermata anche la segreteria uscente, composta da Gioacchino Marsano e Abramo Toma.

Classe ’54, Fernanda Cosi nasce a Gagliano del Capo, dove a 21 anni diventa segretaria della locale sezione del Pci. Qui inizia il suo impegno politico, sociale e sindacale in difesa dei più deboli e per il riscatto delle lavoratrici e dei lavoratori. Segretaria organizzativa dello Spi dal 2011, nel 2013 è eletta responsabile regionale del Coordinamento Donne dello Spi. È stata eletta per la prima volta segretaria generale dello Spi Cgil il 25 giugno 2019.

Nella sua relazione congressuale, Cosi ha fornito alcuni dati sulle pensioni di vecchiaia pagate sul territorio: “In Puglia la pensione mediamente ammonta a 1.300 euro per gli uomini e 739 euro per le donne. Se però a un pensionato di Taranto percepisce mediamente 1.566 euro, a Lecce non si arriva a 1.100 (1.085 per la precisione, ndr); l’assegno pensionistico per le donne varia invece tra 766 euro percepiti in provincia di Bari e 700 a Lecce”.

Cosi ha sottolineato l’impegno del sindacato per sostenere la collaborazione tra generazioni e la parità di genere, ma soprattutto le battaglie portate avanti per “l’interesse generale” (come recita lo slogan del congresso) a sostegno del welfare universale e della sanità pubblica e dell’assistenza alle persone non autosufficienti, attraverso l’invecchiamento attivo, la contrattazione sociale e territoriale e le campagne per l’azzeramento delle liste d’attesa. La segretaria ha anche analizzato la situazione politica, soffermandosi sulla Legge di Bilancio che il governo Meloni si accinge a varare: “I pensionati anche stavolta sono trattati da bancomat, da privilegiati. Sono considerati ricchi gli anziani che percepiscono 1.600 euro netti di pensione. In realtà col blocco della rivalutazione, i pensionati hanno perso circa 12mila euro in questo periodo”, dice la sindacalista. “La politica non si occupi dell’oggi, ma guardi anche al futuro. Con l’attuale sistema previdenziale i lavoratori con un lavoro stabile avranno difficoltà una volta giunti all’età pensionabile, figuriamoci tutti coloro che hanno avuto carriere discontinue, piene di precariato. In una situazione del genere il governo non trova di meglio da fare se non fare cassa su lavoro dipendente e pensioni, per finanziare la flat tax”.