Lecce, 25 novembre – “A Lecce almeno dieci interventi al giorno per casi di violenza domestica”. È il dato allarmante reso noto stamani dagli esperti della Polizia di Stato del Progetto Camper “Questo non è amore”, nel corso dell’incontro con gli studenti e le studentesse dell’Istituto secondario di primo grado “Ascanio Grandi” di Lecce, organizzato dalle Segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil in collaborazione con la stessa scuola.

“Negli ultimi due anni, al Sud, sono aumentati in particolare i casi di stalking”, hanno evidenziato gli ispettori Marco Albanese Antonio Costantino Geusa e il sovrintendente capo della Questura di Lecce Lucia De Vitis: “Occorre saper valutare, sin da giovani, comportamenti ossessivi e possessività. Parlatene, cercate sempre aiuto. Comportamenti violenti non sono solo le percosse, ma anche mania del controllo, ingiurie, appostamenti, messaggi continui, tutte spie di situazioni che poi possono degenerare”.

I tre esperti della Polizia di Stato hanno poi ricordato alcuni degli strumenti di prevenzione e pronto intervento oggi disponibili per fronteggiare il fenomeno: il numero antiviolenza 1522 e il “Protocollo Eva” che consente agli agenti di intervenire in maniera più rapida e incisiva grazie a linee guida e best practice per la gestione degli eventi legati alla violenza domestica. “Molte situazioni – hanno rimarcato – sono venute alla luce grazie a una rafforzata fiducia nei confronti delle forze dell’ordine”.

L’iniziativa si è aperta con i saluti della dirigente scolastica Maria Rosaria Manca e dei dirigenti sindacali Rosa Savoia (Flc Cgil Lecce), Ada Chirizzi (Cisl Lecce) e Lucia Orlando (Uil Lecce Mobbing & Stalking), per le quali “proprio la scuola rappresenta il terreno più fertile per contrastare ogni forma di violenza”.

Durante l’incontro gli operatori della Questura di Lecce hanno parlato a lungo anche di bullismo e cyberbullismo: “Il bullo ha più probabilità di diventare autore di violenze domestiche. Per poter contrastare tali fenomeni è necessario farli emergere: se chi subisce informa la famiglia, la scuola e le Istituzioni si può intervenire efficacemente, anche con gli strumenti informatici posti a disposizione dalla Polizia di Stato”. Ai ragazzi è stata quindi presentata l’applicazione YouPol che consente, anche in forma anonima, di segnalare in tempo reale episodi di bullismo, cyberbullismo, spaccio di stupefacenti, violenze domestiche e prevaricazioni di ogni tipo.

Nel corso della mattinata non sono mancati video, flash-mob, musica e poesie scritte dagli stessi studenti. Toccante la testimonianza della signora Imma Rizzo, mamma di Noemi Durini, la 16enne di Specchia brutalmente uccisa dall’ex fidanzato nel 2017. “Sono passati già quattro anni senza di lei”, ha ricordato leggendo una lunga lettera in cui ha ripercorso la breve vita spezzata della figlia. “Nessuno deve prendere in mano la vita di altre persone, – ha detto – semmai bisogna dare loro la mano. La cultura della non violenza, il rispetto dei sentimenti, sono fondamentali. A voi, cari ragazzi, spetta il compito di riscattare Noemi e le tante donne che non ci sono più”.

A conclusione dell’incontro, nel giardino della scuola, sono state inaugurate sei panchine rosse intitolate ad altrettante vittime di recenti femminicidi avvenuti in Puglia: Sonia Di Maggio, Giuseppina Loredana Dinoi, Roberta Perillo, Carolina Bruno e Lorenza Addolorata Carano, Teresa Russo e Noemi Durini.

Nel pomeriggio una delegazione della Cgil ha partecipato al corteo organizzato da Casa delle Donne, al quale hanno aderito più associazioni. Di seguito la gallery della manifestazione