Lecce, 17 giugno 2022 – Oltre il 90 per cento delle adesioni. Lo sciopero proclamato da Filt-Cgil, Ultrasporti e Ugl-Autoferro ha paralizzato il nuovo piano della mobilità urbana e fornito alcune risposte a chi ha voluto forzare la mano nelle trattative sindacali per l’avvio della contrattazione di secondo livello e per la determinazione del premio di risultato 2022. Di fronte alle scelte della Sgm, la società che gestisce il servizio nella città di Lecce (capitale misto, con il Comune socio di maggioranza), i lavoratori hanno preso posizione, incrociando le braccia in massa e partecipando al sit-in di stamattina davanti a Palazzo Carafa, tra le 10 e le 12. Nelle tre ore di sciopero, tra le 9.30 e le 12.30, nessun mezzo Sgm ha circolato. Nel turno mattutino (quello durante il quale è stato proclamato lo sciopero), l’adesione è stata massiccia e quasi totale.

I segretari delle tre sigle sindacali sono stati subito ricevuti dal sindaco Carlo Salvemini e dal presidente di Sgm Francesco Cantobelli. Un incontro durato oltre un’ora, che è servito a ristabilire la correttezza delle relazioni sindacali, soprattutto dopo che il management aziendale ha inteso sottoscrivere un accordo sul premio di risultato con Fit-Cisl e Faisa-Cisal, accordo valido per i soli iscritti alle due sigle. Una scelta irricevibile, alla quale i lavoratori hanno dato una risposta compatta.
Fabrizio Giordano (Filt-Cgil), Francesco Demarindis (Uiltrasporti) e Dario Loporchio (Ugl-Autoferro) hanno ottenuto la riapertura del tavolo di trattativa per la prossima settimana, alla presenza di tutte le sigle sindacali. Al tavolo i sindacati riporteranno nuovamente la loro piattaforma per modificare i criteri che determinano il raggiungimento del premio di risultato: evitare di conteggiare come assenze i giorni ex legge 104 o di congedo parentale (per maternità o assistenza ai parenti), di malattia-Covid19 o ancora di infortunio o per la donazione del sangue, in modo da allargare la platea degli aventi diritto al premio (il cui criterio fondamentale resta il raggiungimento di un minimo annuale di presenze); rideterminare la franchigia di 2.500 euro sui danni causati ai mezzi in caso di incidente. “Parliamo di scelte di buon senso e di istituti contrattuali che tutelano le lavoratrici e i lavoratori, permettendo loro anche di assistere i familiari. Cerchiamo solo di contemperare diritti individuali, previsioni di legge, interesse economico e questione di civiltà”, ribadiscono i segretari provinciali.
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