Part time verticale ciclico, vittoria legale della Filcams: il Tribunale riconosce l’anzianità previdenziale anche per i periodi di sospensione “involontaria”

Lecce, 21 febbraio 2020 – L’anzianità previdenziale di 52 settimane va riconosciuta anche ai lavoratori con contratto part-time verticale ciclico. La sentenza del Tribunale di Lecce dà ragione ad una lavoratrice delle Terme di Santa Cesarea, iscritta e assistita dalla Filcams Cgil Lecce, nel ricorso contro l’Inps.

Il giudice del lavoro Lorenzo Bellanova ha pronunciato la sentenza che sancisce il diritto della lavoratrice a vedersi riconosciuta l’anzianità previdenziale per 52 settimane, comprensive quindi anche dei periodi di sospensione “involontaria” dal lavoro alle quali è costretta. In tema di anzianità contributiva dei lavoratori a tempo parziale, infatti, diverse sentenze della Corte di Cassazione stabiliscono che, ai fini dell’acquisizione del diritto alla pensione, i lavoratori con orario part-time verticale ciclico hanno diritto all’inclusione anche dei periodi non lavorati. Basandosi soprattutto su questa motivazione, il giudice ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato della Filcams Cgil, Ernesto Rizzo, a tutela della lavoratrice.

“Il pronunciamento dà ragione alla Cgil ed alla Filcams, che da anni sostengono questa battaglia”, dicono Valentina Fragassi e Mirko Moscaggiuri, segretari generali territoriali di Cgil e Filcams Cgil. “Eppure nonostante l’ennesima sconfitta, Inps e Governo continuano a non rispettare gli impegni dichiarati a Cgil, Cisl e Uil per trovare una soluzione che realizzi quello che i pronunciamenti dei tribunali sanciscono”.

Il mancato adeguamento delle normative italiane alle direttive europee provoca danni alle lavoratrici e lavoratori che si trovano nella condizione paradossale di dover lavorare 50 anni per maturarne 40 di anzianità pensionistica. E producono anche uno spreco di denaro pubblico per il pagamento delle spese processuali delle cause, che puntualmente l’Inps ha perso, sta perdendo e perderà. “Governo e Inps non perdano altro tempo: intervengano per sanare e sancire un diritto di tante lavoratrici e lavoratori. Non c’è più tempo da perdere. Cgil e Filcams continueranno a mettere in campo iniziative di denuncia e contrasto e ad intensificare le cause per vedere riconosciuto ad ogni lavoratrice e lavoratore il diritto dovuto”, concludono Fragassi e Moscaggiuri.

Il contratto part-time verticale ciclico
Il contratto a tempo parziale (part-time) è una speciale tipologia contrattuale, per la quale il dipendente è chiamato a prestare la propria attività per un numero di ore inferiore rispetto a quello che è il tempo pieno previsto dal contratto collettivo applicato nel settore di competenza: ad esempio 24 ore settimanali invece di 40 ore settimanali. Il contratto part-time verticale ciclico non è basato sul monte orario giornaliero, ma annuale. Invece di lavorare solo per una parte della giornata o della settimana (contratto part-time verticale), si è attivi solo in determinati periodi dell’anno, a seconda delle esigenze dell’azienda. E così, come spesso accade per i lavoratori del turismo e più in generale nel settore dei servizi, può capitare che il lavoratore debba lavorare full time per alcuni mesi e restare in pausa per il resto dell’anno.