Di seguito l’intervento pubblicato in prima pagina dalla Gazzetta del Mezzogiorno (edizione Lecce-Brindisi-Taranto) a firma di Tommaso Moscara, segretario generale provinciale della Slc-Cgil Lecce, sul Regolamento comunale per l’erogazione di contributi ad eventi patrocinati dal Comune di Lecce. Un atto all’avanguardia che coniuga programmazione e rispetto dei lavoratori.

di Tommaso Moscara*

Gli effetti disastrosi della pandemia, combinati ad una contrazione globale già in atto della diffusione di prodotti di intrattenimento, hanno messo ulteriormente in crisi il settore della produzione culturale. Soprattutto quella al di fuori delle poche capitali tradizionali dell’industria culturale. Se la crisi pandemica ha colpito indiscriminatamente tutti, persino i grandi club del calcio, disastrose sono le ricadute sui produttori culturali dei piccoli centri e dei capoluoghi di provincia. Qui il reddito da sbigliettamento “in presenza” è indispensabile e moltissime realtà del territorio sono precipitate in una drammatica difficoltà che rischia di far chiudere i battenti definitivamente. Con buona pace delle “politiche europee” per la riduzione del “divario” centro-periferia dell’industria culturale in ogni Paese membro.

Tommaso Moscara, segretario generale della Slc Lecce-Brindisi

Infatti, come e più che in altri ambiti, la crisi ha anche sottolineato le differenze tra imprese strutturate, come compagnie teatrali e di produzione, e piccole realtà o artisti indipendenti. Mentre le prime hanno potuto accedere a misure straordinarie stanziate per il settore, le altre realtà (la grande maggioranza) hanno sofferto la mancanza di opportunità e sostegni di ogni genere. Le cause risiedono soprattutto in un sistema inadeguato che ha sempre privilegiato il lavoro nero o grigio o altrimenti “dopolavorista”. Un sistema vittima dell’ideologia del “tanto ti stai divertendo”. Quante volte abbiamo assistito a soluzioni contrattuali “di fantasia” e senza “obblighi di contribuzione”… L’humus culturale che contraddistingue il Salento, e di cui vogliamo certo continuare a vantarci, rischia di ridursi ad alcune “sontuose cattedrali” magari non nel deserto ma sicuramente in un paesaggio precario e malconcio.

Nascere artisti in Italia non è certo facile: la società spesso non ne ravvisa l’utilità e tende a interessarsi dell’arte se fa comodo. Eppure un mondo senza arte e cultura è un mondo più povero di idee. La politica nazionale ha finalmente spostato l’attenzione su questo mondo e il sostegno pubblico al settore si va fortunatamente strutturando con regole più consone a riconoscere la peculiarità del lavoro artistico, tentando di invertire la tendenza all’omologazione, salvaguardando l’eterogeneità del settore. Obiettivi raggiungibili se si sapranno accogliere le proposte che la Slc-Cgil continua a portare al vaglio del Parlamento, presentando emendamenti al decreto legge, e del Consiglio regionale, che pare abbia preso a cuore le nostre istanze nell’iter di approvazione della legge regionale.

Ad ogni modo nel Salento dobbiamo superare i sistemi con cui ancora oggi si fa produzione culturale. Lo abbiamo ribadito anche a sindaco e assessore del Comune di Lecce, con i quali per primi abbiamo avviato un percorso per attivare un regolamento comunale per l’erogazione dei contributi.

Questo strumento deve superare la formula dell’invito a presentare proposte, assumendosi oltre che l’onere del contributo anche la responsabilità di garantire il rispetto delle norme da parte di tutte le realtà che entrano nella programmazione di eventi promossi e patrocinati dal Comune che, in quanto soggetto proponente, deve farsi garante sul “proprio suolo amministrato” della legalità.

Il regolamento, studiato sull’esperienza delle grandi città metropolitane e in linea con le regole per i fondi europei e la legge regionale, consentirebbe di agganciare ai potenti volani del turismo e del marketing territoriale un’offerta di produzione culturale che ai “grandi nomi” e ai “macro-eventi” possa aggiungere l’offerta qualificata che il territorio è in grado di progettare ed offrire. Il tutto attraverso regolari contratti e ingaggi.

Il percorso per la stesura del regolamento sarà partecipato ed esteso a tutte le realtà territoriali, nell’ottica dell’inclusività, ed esportato ovunque dai centri più grandi fino ai comuni più piccoli del Salento, con il diretto coinvolgimento della Provincia che può e deve svolgere il ruolo di cerniera tra le realtà del territorio. E per territorio intendiamo anche il mondo dell’impresa, con i vantaggi fiscali assegnati ai mecenati.

Invitiamo quindi chiunque lavori per la produzione culturale nelle province di Lecce e Brindisi a superare i confini del proprio spazio personale o di categoria ristretta, all’interno del quale fino ad oggi hanno inteso portare le proprie battaglie. Parliamo piuttosto con una sola voce dopo la necessaria sintesi di proposte: ciò consentirebbe di rafforzare l’efficacia dell’azione comune.

Non dobbiamo più consentire che vadano perduti, o mal utilizzati, importanti fondi che l’Europa, ogni anno, mette a disposizione degli Stati membri. Sforziamoci per evitare che i grandi eventi si concentrino in poche ore, senza lasciare continuità di reddito e di impresa nel territorio. Allo stesso modo non intendiamo giustificare il malvezzo imperante in alcune amministrazioni, quelle che garantiscono sostegno secondo logiche estranee alle buone prassi per la salvaguardia e la sana crescita del comparto e del suo indotto. Fare cultura e spettacolo che “consolida le filiere” può e deve tramutarsi in una crescita collettiva, di tutta la comunità. Se passa anche questo momento di crisi, questa opportunità per riscrivere le prassi e le logiche, senza aver costruito regole migliori per il territorio, allora possiamo dirci artefici della nostra marginalizzazione culturale.

* Segretario generale Slc Cgil Lecce