Pubblichiamo di seguito la lettera inviata dalla Segretaria Generale della Cgil di Lecce, Valentina Fragassi, e dal responsabile della Cgil Tricase, Corrado Schirinzi, al sindaco di Tricase sulla vicenda della mancata revoca della cittadinanza onoraria al Duce del Fascismo, Benito Mussolini. La lettera è stata anche ripresa oggi sulle pagine del Nuovo Quotidiano di Puglia.

“Signor Sindaco di Tricase,
apprendiamo con sconcerto del dibattito in corso nel Consiglio comunale di Tricase sulla mancata revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Discussione ancor più incredibile visto che non più un anno fa l’amministrazione tricasina aveva deciso di conferire analogo riconoscimento alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto voluto dal nazismo con la complicità del fascismo. Un atto, quest’ultimo, che avrebbe dovuto de plano comportare la revoca della precedente onta.
L’amministrazione comunale di Tricase, il 22 maggio del 1924, in un clima di forte consenso del fascismo e alla vigilia della svolta autoritaria impressa dal delitto Matteotti (10 giugno dello stesso anno), aveva conferito la cittadinanza al Duce. Il periodo storico era quel che era, ma lungi dal rimuovere una stortura della memoria, quella cittadinanza onoraria è giunta fino al 2021, quando ormai è radicata la tradizione repubblicana fondata sulla legittimità antifascista della sua Costituzione. Non c’è sicuramente bisogno di ricordare che nel 1938 il regime cementò l’alleanza con il nazionalsocialismo tedesco varando le vergognose Leggi Razziali, in una escalation di provvedimenti che avrebbe portato l’Italia alla Seconda Guerra Mondiale affianco al nazismo.
A quasi 100 anni dalla Marcia su Roma la discussione in corso a Tricase è antistorica, ma non nel senso inteso da revisionisti, sovranisti o neofascisti. Non è antistorico perché il fascismo non esiste più. È antistorico per un altro motivo: quel nome non dovrebbe figurare nell’elenco dei cittadini onorari già dal 1945, da quando cioè la Resistenza liberò il nostro Paese dal giogo nazifascista. Suona davvero stonata quella cittadinanza onoraria, scritta nell’elenco affianco a quelli di personalità che rappresentano mondi opposti, come Liliana Segre, vittima del clima di odio e di persecuzione alimentato da Mussolini, e come l’apostolo della pace don Tonino Bello.
Di più: proprio i rigurgiti neofascisti, che hanno trovato casa in una determinata parte politica, sono stati sdoganati e quasi rinfocolati da atteggiamenti e proclami. Anche per questo la Cgil sostiene e promuove la raccolta di firme “Mai più fascismo e nazismo” per presentare la proposta legge popolare antifascista, lanciata dal sindaco di Stazzema. “Chiunque propaganda i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. La pena è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici”: questa un’estrema sintesi della proposta di legge.
Appare dettato solo da tatticismo il rinvio della discussione per approfondire le ragioni storiche, politiche e istituzionali che hanno portato i consiglieri comunali di Tricase a votare nel 1924 il conferimento della cittadinanza onoraria al Duce. Così come speriamo che non si proceda alla “logica del bilancino”: via quel nome da una parte e intitolazione di una via a qualche suo seguace o a qualche presunto “martire” dall’altra, come sembrano suggerire alcune dichiarazioni sull’individuazione del “percorso istituzionale più adeguato per una mozione condivisa che ribadisca il ripudio del fascismo e dei totalitarismi”. Qui non c’è nulla da ripudiare, se non il fascismo, che ha portato l’Italia alla catastrofe, alla dittatura, alla limitazione delle libertà, alla violenza elevata come valore.
Per tutto quanto ciò, Le chiedo, signor Sindaco, di non esitare in equilibrismi politici e di proclamare antifascista il Suo comune, revocando la cittadinanza onoraria al Duce del fascismo, Benito Mussolini. Così come Le chiedo di supportare la proposta di legge popolare antifascista presso la sua comunità”.
Valentina Fragassi, segretaria generale della Cgil Lecce
Corrado Schirinzi, responsabile Cgil Tricase