Lecce, 13 giugno 2019 – Ogni anno milioni di turisti si riversano sulle spiagge del Salento. Nel 2018, nelle 2.300 strutture ricettive regolarmente registrate in provincia di Lecce, si sono contati oltre 4 milioni e 800mila presenze e quasi 1 milione e 100mila arrivi. Un enorme potenziale di lavoro e ricchezza, non tutti i lavoratori del comparto però godono di diritti e giuste retribuzioni e spesso la ricchezza prodotta dal turismo finisce per concentrarsi nelle mani di pochi. La Cgil di Lecce ha proposto ai 170 associati al Sindacato italiano balneari (Sib) di Confcommercio l’adozione di un bollino, “Ok Lavoro, qui non si sfruttano i lavoratori”, per incentivare una nuova cultura del lavoro e del consumo etico, capace di mettere le ali al territorio. “Siamo convinti che solo attraverso il riconoscimento del lavoro di qualità sia possibile trasformare il turismo in un reale strumento di sviluppo per l’intero Salento”, dice Valentina Fragassi, segretaria generale della Cgil Lecce. “Per questo motivo proponiamo alle aziende del turismo di applicare il bollino, attestando il rispetto del contratto e dei diritti dei lavoratori. L’obiettivo è allargare l’intesa ad altre associazioni e ad altri settori economici. Legalità, rispetto del contratto collettivo di lavoro e qualificazione professionale sono per noi i pilastri su cui deve poggiare qualsiasi ragionamento sullo sviluppo del Salento”.

 

Il protocollo d’intesa

Cgil Lecce, Filcams Cgil Lecce e Nidil Cgil Lecce hanno proposto al Sindacato Italiano Balneari (Sib) di Confcommercio Lecce di promuovere presso i propri associati l’adozione di un bollino attestante il pieno rispetto della normativa vigente in materia di lavoro, l’applicazione dei contratti, la tutela della sicurezza dei lavoratori. Le sigle sindacali e l’associazione datoriale hanno firmato questa mattina nel Lido York un protocollo d’intesa ad hoc. Per poter esporre all’esterno del proprio esercizio commerciale il bollino “OK LAVORO”, l’impresa interessata sarà tenuta ad autocertificare l’inesistenza a suo carico di provvedimenti amministrativi o giurisdizionali definitivi in ordine alla commissione di violazioni e irregolarità della normativa vigente. Il Protocollo è aperto all’adesione di tutti i soggetti, pubblici e privati, che abbiano interesse alla diffusione della legalità e della qualità dei rapporti di lavoro sul territorio provinciale.

L’iniziativa ha riscosso il plauso del presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva: “Il dialogo tra le istituzioni e gli enti è fondamentale e passa dalla capacità di tenere insieme le norme sulle sicurezza, la valorizzazione delle competenze, i percorsi per lo sviluppo sostenibile delle imprese”. Entusiasta il presidente del Sib, Alfredo Prete: “Questa bellissima iniziativa si basa su un accordo semplice. I balneari che aderiscono decidono di fare una cosa ovvia, cioè di rispettare le regole del gioco. Esistono alcuni nodi da sciogliere sul territorio, come la difficoltà delle imprese di reperire lavoratori professionalizzati. Il problema è più grave per chi investe nella qualità dei servizi e spesso si rivolge a candidati che non padroneggiano neppure una lingua straniera. La formazione è una leva fondamentale per vincere la sfida del turismo”.

 

Adesioni

Già nel primo giorno di presentazione tre aziende iscritte al Sib Confcommercio hanno voluto adottare il bollino: Lido York (San Cataldo, marina di Lecce), Lido La Sorgente (Torre dell’Orso, marina di Melendugno) e Lido Pizzo (Gallipoli). Per il segretario generale della Filcams Cgil Lecce, Mirko Moscaggiuri, “oggi stiamo sfatando alcuni luoghi comuni. Il turismo non è solo un contenitore di lavoro nero, sfruttamento e illegalità, così come il bollino non è un semplice adesivo da attaccare all’ingresso di ogni struttura, ma un’autocertificazione di legalità e qualità, un’attestazione di responsabilità etica e giuridica. Dobbiamo finalmente affermare il principio che la legalità non è un ostacolo alla crescita, ma un elemento di garanzia”. Barbara Neglia, segretaria generale della Filcams Cgil Puglia e presidente regionale dell’Ente bilaterale sul turismo, ha tratto le conclusioni dell’incontro: “Non si può accettare che in Puglia il turismo frutti 6 miliardi di euro di Pil, si basi su 8mila strutture ricettive e diecmila attività di ristorazione e produca appena 50mila posti di lavoro. Ossia quasi 3 a struttura. C’è bisogno che sindacato e associazioni datoriali si mettano insieme, senza contrapposizione ideologica, per valorizzare chi rispetta le regole. La concorrenza sleale cavalcata da chi gioca con le carte truccate è intollerabile. Sono poche, ancora, le aziende che si avvalgono dei servizi offerti dall’ente bilaterale: la formazione passa anche da strumenti e fondi che vengono messi a disposizione”.

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