La Cassazione: “Mps, l’esternalizzazione in Fruendo era illegittima”.

Pubblichiamo il servizio della Gazzetta del Mezzogiorno (edizione Salento) sulla vicenda Mps-Fruendo alla luce della sentenza della Cassazione del 16 marzo scorso.

 

L’esternalizzazione dei servizi di backoffice da Mps a Fruendo era illegittima. A stabilirlo è la Corte di Cassazione con una sentenza dello scorso 16 marzo. Una vicenda lunga 9 anni e che coinvolse a livello nazionale 1.066 lavoratrici e lavoratori. Tra questi anche 180 salentini.

Già negli ultimi mesi, sulla scorta di diverse sentenze di Corte d’Appello, Mps aveva proceduto al reintegro dei lavoratori che avevano fatto ricorso avverso l’esternalizzazione. A Lecce su una platea di 180 dipendenti, sono rientrati in banca in 109 a partire dal 1° aprile dello scorso anno. In un primo momento questa platea di dipendenti è stata posta in distacco nella stessa Fruendo, di fatto anticipando la sentenza della Cassazione. Tutti i salentini sono poi rientrati dal distacco ed ora sono impiegati in attività di consulenza telefonica, all’interno di un progetto denominato “Media Center”. Lavorano nella zona industriale di Lecce, presso l’ex Centro direzionale: un grande polo tecnologico di servizi bancari che coinvolge, oltre a questi 109 dipendenti, circa 300 loro colleghi.

Il segretario generale della Fisac-Cgil di Lecce, Maurizio Miggiano, parla di vittoria piena e su tutta la linea della sua organizzazione sindacale, che fin dal primo momento ha lottato contro l’esternalizzazione in Fruendo: “Alla luce della sentenza della Suprema Corte è ormai chiaro come, in un settore come quello bancario che vede intrecciarsi una fitta rete di attività, l’esternalizzazione dei servizi sia una operazione insostenibile. È infatti impossibile definire all’interno dell’attività bancaria un ramo d’azienda che abbia una propria autonomia funzionale. La Fisac Lecce, col sostegno della Cgil Lecce, lo ha sostenuto fin dal primo momento, contestando la gestione dell’intera vicenda”, dice il sindacalista.

Il Segretario Generale della Fisac Cgil Lecce, Maurizio Miggiano

L’azionista di maggioranza di Mps è lo Stato, che detiene il 64 per cento delle quote azionarie: “Sarebbe fondamentale che passasse anche un altro principio”, dice Miggiano, “ossia che gli errori nella gestione delle aziende non devono mai ricadere su lavoratrici e lavoratori, tantomeno sulla collettività. È ora che si cominci a ragionare sulle azioni di responsabilità nei confronti dei manager”.

Si apre ora un fronte sindacale sulla gestione delle risorse umane che dovrebbero accompagnare i processi di riorganizzazione previsti dal piano industriale 2021-25, approvato dal consiglio di amministrazione: “Il piano prevede, tra l’altro, lo spostamento dalla direzione generale verso la rete commerciale di 800 risorse nel quinquennio. A questo punto i 109 lavoratori salentini rientrati in Mps, essendo altamente specializzati, possono contribuire a sostenere la rete di filiali sul territorio, che è stata messa in forte sofferenza dalla pandemia”, spiega Miggiano. “Sono colleghi che hanno le competenze adeguate, sulle quali basare un rilancio del Monte Paschi di Siena nella provincia”.

 

Il commento di Antonio Damiani, già segretario nazionale Fisac ed ex coordinatore Mps Fisac

“La sentenza costituisce uno strumento di difesa dai futuri tentativi di utilizzare i processi medesimi”.
Contro l’operazione Fruendo si schierò dal primo momento il Coordinamento nazionale Mps Fisac, guidato in quel periodo dall’allora segretario nazionale Fisac, Antonio Damiani, il quale ora plause all’esito del contenzioso.
“La valenza della sentenza è straordinaria”, dice, “in quanto sancisce definitivamente che il processo di esternalizzazione è avvenuto in violazione della legge che regola la cessione di ramo d’azienda. È la conclusione di una vicenda durata 9 anni che ha visto il Coordinamento impegnato in una strenua difesa dei diritti dei lavoratori, prima attraverso le lotte sindacali, poi utilizzando gli strumenti legali. È stata una straordinaria esperienza di azione collettiva”, sottolinea, “svoltasi purtroppo nel disinteresse delle istituzioni e della ‘politica’, con alcune lodevoli eccezioni fra cui quella del senatore Dario Stefàno”.
“La sentenza costituisce uno strumento di difesa dai futuri tentativi di utilizzare i processi di esternalizzazione in violazione delle previsioni di legge”, insiste Damiani, “Le esternalizzazioni sono state usate per indebolire le tutele dei lavoratori e per annientare la capacità di reazione sindacale; hanno creato situazioni nelle quali lavoratori che svolgono identiche mansioni, spesso nello stesso luogo, godono di previsioni e coperture normative e salariali diverse. Sono orgoglioso del fatto che tale lotta sia stata portata avanti dalla Fisac Cgil del Mps, struttura all’avanguardia nell’identificazione dei migliori apparati normativi di tutela dei lavoratori”.