© Marco Merlini / Cgil Lecce, 20 settembre 2019 Teatro Apollo Inaugurazione Giornate del lavoro 2019 Nella foto Valentina Fragassi

L’intervento del Segretario Generale della Cgil Lecce, Valentina Fragassi, a commento della notizia pubblicata oggi da quotidianodipuglia.it (clicca qui per leggere la notizia)

“Le immagini pubblicate oggi sul sito di informazione quotidianodipuglia.it sono emblematiche di una piaga della società contemporanea: la scarsa cultura della sicurezza sul lavoro. Per la Cgil il tema della sicurezza e della salute sul posto di lavoro è centrale. In Italia e nel Sud ancora nel 2020 si muore per portare a casa il salario. O ci si ammala. O si incorre in infortuni più o meno gravi. Gli ultimi dati disponibili dicono che in provincia di Lecce mediamente si verificano 400 infortuni al mese, spesso dovuti a stanchezza, ambienti insalubri e pressapochismo da parte aziendale ma anche dei singoli lavoratori. Tutto ciò è inaccettabile. E purtroppo andrà avanti così finché si considereranno salute e sicurezza come una voce di costo e finché si continuerà a credere che gli incidenti continueranno a coinvolgere sempre gli altri.

La sottovalutazione su questo aspetto è purtroppo palese. Mancano i controlli, ma bisogna fare ancora tanto anche sulla prevenzione. E a tal proposito la Cgil lancerà a breve un progetto d’intesa con il Patronato Inca. Occorre rilanciare una grande azione di prevenzione e di contrattazione territoriale e di un’azione forte degli enti preposti alla vigilanza ed al controllo, in primis Spesal e Ispettorato. Vanno poi valorizzati i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale e sui luoghi di lavoro (Rls ed Rlst).

È bene chiarire che l’aumento di infortuni e malattie professionali non è inevitabile, ma è piuttosto il prodotto di comportamenti economici predatori, di leggi sbagliate, di sfruttamento e mercificazione dei lavoratori. Anche il Legislatore ci mette del suo: alcune leggi rischiano di provocare l’aumento degli incidenti sul lavoro. Penso al meccanismo delle gare al massimo ribasso, ma soprattutto al fenomeno del subappalto. I sindacati hanno lanciato l’idea di istituire una patente a punti che misuri la capacità di prevenzione e di sicurezza del lavoro delle singole aziende.

Tutto ciò è però insufficiente se i lavoratori per primi non si uniranno rifiutando la logica per la quale pur di lavorare, va bene qualsiasi condizione. Fino a quando i lavoratori tra loro creeranno condizioni di dumping sulla loro stessa vita e sicurezza lavorativa, finché saranno disposti per pochi euro l’ora a lavorare sospesi a decine di metri dal suolo senza casco né imbracature, fino a quando il lavoro sarà così precario e poco tutelato, la cultura della sicurezza sarà sempre una piaga sottovalutata e rimpianta quando è troppo tardi”.