Lecce, 21 febbraio 2024 – Un’ora di sciopero per turno, con presidio davanti ai cancelli della Nardò Technical Center. È la prima forma di protesta decisa dalle segreterie provinciali di Cgil, Fiom e Filcams dopo la morte di Mattia Ottaviano. Stamattina il giovane collaudatore di Tuglie, per cause ancora in corso di accertamento, a bordo di una motocicletta è entrato in collisione con un’auto durante il collaudo dei mezzi sulla pista Nardò Technical Center, il centro prove Sud Italia di Porsche gestito da Porsche Engineering dove lavorano circa 300 persone (un terzo delle quali dipendente di aziende appaltatrici). Un impatto purtroppo fatale.

Domani, giovedì 22 febbraio, dalle ore 13 alle ore 15, i lavoratori della Ntc e deIle aziende appaltatrici incroceranno le braccia e si riuniranno davanti al centro collaudo. Con loro anche la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci.

Stamane i sindacati hanno appreso la notizia durante la riunione con il prefetto Luca Rotondi, a margine della giornata di sciopero proclamato da Cgil e Uil, con le categorie di edili e metalmeccanici Fillea e Feneal, Fiom e Uilm proprio sul tema della sicurezza sul lavoro. Terminato l’incontro, una delegazione di Cgil, Fiom e Filcams (categoria che tutela i lavoratori del terziario) si è recata a Nardò, davanti ai cancelli della Porsche Engineering ed è stata ricevuta dai vertici aziendali.

“Esprimiamo il cordoglio di tutta la Cgil ai familiari di Mattia per questo dramma. Ma le parole non bastano più, ora servono i fatti. Ognuno faccia la sua parte: il governo emani leggi a tutela di salute e sicurezza dei lavoratori, le aziende facciano il possibile per garantire condizioni di sicurezza nei siti produttivi, i sindacati pretendano il rispetto delle regole”, dicono Valentina Fragassi, Ciro Di Gioia e Mirko Moscaggiuri, segretari generali territoriali di Cgil, Fiom e Filcams. “Spetterà alla magistratura ricostruire dinamica e responsabilità dell’incidente. Emerge però come i lavoratori coinvolti nell’incidente fossero sulla pista a bordo di mezzi da collaudare. E come gli stessi lavoratori fossero dipendenti di due aziende diverse da Porsche Engineering, due imprese che applicano il contratto del terziario. Per cui ci ritroviamo di fronte ad un’azienda-madre che appalta ad aziende esterne la propria attività principale (non i servizi di mensa o pulizia), le quali non applicano il contratto nazionale dei metalmeccanici, come sarebbe lecito aspettarsi per i driver. Porsche si concentri in via prioritaria a garantire la sicurezza e la salute di tutti i lavoratori, abbatta le sacche di precarietà che ancora resistono su questo sito e abbandoni la logica degli appalti”, concludono i sindacalisti.

 

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