“Integrazione e inclusione: una strada per i migranti”. L’intervento di Luca Toma (Fillea Cgil Lecce)

Denatalità, fuga dei cervelli, scarsità di manodopera specializzata

Mentre il governo si produce in dichiarazioni assurde e fuori dalla storia, occorre alimentare un dibattito serio sui flussi migratori. Come è nelle intenzioni dell’intervento del segretario generale della Fillea Cgil Lecce, Luca Toma, pubblicato oggi sulla prima pagina del Nuovo Quotidiano di Puglia:
“Non fermarli, ma formarli. Non respingerli, ma accoglierli. Non espellerli, ma integrarli”

Di seguito l’intervento integrale

 

di LUCA TOMA*

Nelle scorse settimane la Corte d’Assise ha formulato cinque assoluzioni e sette condanne per il reato di riduzione in schiavitù al termine del processo Tecnova. Una vertenza grazie alla quale nel 2010 gli schiavi del fotovoltaico hanno visto emergere dall’invisibilità le proprie storie, animando con i loro corpi e le loro grida di protesta le strade di Lecce. Eravamo al loro fianco: lavoratori immigrati, prevalentemente africani, che con la loro fatica, in condizioni spesso oltre i limiti della disumanità, hanno contribuito ad installare nelle nostre campagne i pannelli fotovoltaici utili a gestire una necessaria transizione energetica.
Non spetta certo a noi commentare le sentenze né l’iter di un processo che, come altri, potrà contribuire a fare luce sulle condizioni di tanti lavoratori migranti nel nostro Paese. Magari potrà svelare l’ipocrisia di una parte del mondo politico, che continua ad agire la minaccia dell’uomo nero per gonfiare i propri consensi elettorali, salvo poi dover fare i conti con le necessità del mondo produttivo di utilizzare intensamente la manodopera migrante.
Questa notizia inevitabilmente ha molti punti di contatto con i dati sullo spopolamento che sta interessando gran parte dei comuni della nostra provincia. Denatalità, processi di emigrazione, fuga dei cervelli: un mix che sta riducendo la popolazione stanziale nel Salento e che, soprattutto, riduce la disponibilità di uomini e di donne in età lavorativa da inserire per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro.
La scarsità di manodopera è un argomento che riaffiora in alcuni periodi dell’anno, trattato col carattere dell’emergenza, senza che se ne voglia cogliere, invece, il carattere strutturale. Dinamiche di portata nazionale peraltro, visto che si stima per i prossimi tre anni nel solo settore edile un fabbisogno di circa 150mila figure, tra tecnici e operai necessari a sostenere la crescita del comparto.

Il Segretario generale della Fillea Cgil Lecce, Luca Toma

Bankitalia ipotizza in 95mila i nuovi ingressi previsti nelle costruzioni per gli interventi finanziati dal Pnrr. E in larga parte d’Italia, Salento compreso, le costruzioni rappresentano spesso l’unica forma di industria capace di offrire un’alternativa alla stagionalità dei lavori legati al terziario, al turismo ed ai servizi. Tutto ciò al netto degli effetti negativi che produrranno gli interventi del Governo in tema di revisione dei bonus edilizi.
È per questo che, a fronte dei dati su spopolamento e denatalità, occorre investire di più e meglio per progetti reali di inclusione ed integrazione della popolazione migrante. Serve dedicare loro percorsi di inclusione abitativa per sottrarli alla vergogna dei ghetti, ma anche per dare risposta e valorizzazione ad un patrimonio immobiliare sempre meno occupato. Bisogna ragionare su come regolarizzare i tanti migranti già presenti sul nostro territorio che, in assenza di documenti, non possono far altro che ingrossare le fila del lavoro nero. In tal senso va superata la logica secondo cui il permesso di soggiorno viene riconosciuto solo in presenza di lavoro: una condizione che aumenta la vulnerabilità del migrante nei confronti dei datori, limitandone l’autonomia rivendicativa ed esponendolo a forme subdole di ricatto occupazionale.
I lavoratori migranti sono già una realtà importante nel nostro paese e lo sono anche nel nostro territorio. Ce lo confermano i dati della Cassa Edile di Lecce: negli ultimi 5 anni, il numero dei lavoratori stranieri con almeno un’ora di lavoro ufficiale è passato da 498 del 2017 ad 861 del 2022. Una crescita non solo in valori assoluti: nel 2017, infatti, i lavoratori stranieri erano pari all’8,47% del totale dei lavoratori registrati; oggi sono quasi il 12%. Risorse utili a soddisfare la necessità di molte imprese di integrare manodopera non locale per assolvere ad esigenze produttive in aumento. Non solo luci. I lavoratori stranieri scontano maggiori tassi di irregolarità nella gestione dei rapporti di lavoro: infatti. il 26% dei lavoratori stranieri dipende da aziende irregolari, a fronte di una media del 9%.
Resta il fatto che i lavoratori migranti sono destinati ad assumere sempre maggiore centralità nelle dinamiche del mercato del lavoro ed a loro vanno dedicati strumenti di tutela ed informazione specifici. Da esercito di riserva su cui scaricare le condizioni più estreme, come ci ricorda il caso Tecnova, spesso utilizzati per alimentare pericolose guerre tra poveri, i migranti devono essere riscoperti nella loro dimensione di risorsa preziosa a cui riconoscere dignità, tutele e diritti.
Perché i migranti già dimostrano ogni giorno, sui cantieri, nelle cave, per le strade quanto siano necessari al nostro sistema economico. Per questo più che impedire che lascino i propri paesi d’origine scappando da condizioni di guerra e miseria, più che prevedere stati d’emergenza utili solo ad alimentare le paure della gente comune, più che agire lo spettro di inquietanti prospettive di sostituzione etnica, come fa improvvidamente il ministro della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, occorre lavorare affinché partano in condizioni di sicurezza, magari già formati per inserirsi nei contesti sociali e produttivi d’arrivo. Affinché infine trovino, nei paesi di destinazione, condizioni di accoglienza che facilitino la piena integrazione anche nei cicli produttivi.
Non fermarli, ma formarli. Non respingerli, ma accoglierli. Non espellerli, ma integrarli.

 

*Segretario Generale della Fillea Cgil Lecce