FLAI AGRICOLTURA E PESCA

Nel 2007, 980.628 – di cui 81.276 non comunitari – sono stati le lavoratrici e i lavoratori a tempo determinato iscritti negli elenchi anagrafici. Le aziende singole o associate, che li hanno collocati sono state circa 200.000 e hanno prodotto vino e agrumi, allevato animali e pesci, gestito agriturismi, coltivato nelle serre fiori e ortaggi, e a pieno campo frutteti o uva da tavola, manipolato i prodotti nei magazzini ortofrutticoli, distribuito l’acqua e impiantato o gestito i boschi. Sempre nel 2007, 162.037 – di cui 17.003 non comunitari – sono stati le lavoratrici e i lavoratori occupati a tempo indeterminato nel settore.
Mentre 35.000 sono stati gli impiegati, i tecnici e i quadri agricoli che hanno dato un importante contributo intellettuale.

A questo 1.117.665 di lavoratrici e di lavoratori, italiani e migranti, che risultano iscritti all’Inps va aggiunto un esercito di circa 300.000 lavoratori stagionali, italiani e migranti, che popolano “in nero” le nostre campagne. Sempre più spesso il lavoro nero diventa schiavismo vero e proprio, specialmente ai danni di esseri umani provenienti dall’est Europa, dal nord Africa o dall’India. Sottosalario, diritti negati, offesa alla dignità dell’uomo sono, purtroppo, ancora oggi una costante che specialmente nel Sud Italia è presente in maniera sconcertante.

Siamo anche in grado di dire che il 61% degli addetti a tempo determinato è occupato nel sud Italia, mentre il 50% degli addetti a tempo indeterminato è occupato nel nord Italia. L’età di questa categoria per il 70% si attesta dai 22 ai 49 anni, mentre le donne sono più del 40%.

L’analfabetismo è scomparso e, mediamente, i livelli di scolarizzazione superano la scuola dell’obbligo. A molti di loro piace produrre o manipolare gli alimenti che giornalmente danno proteine, vitamine, carboidrati, zuccheri, e tutte le altre sostanze che fanno del Made in Italy e della Dieta Mediterranea uno stile di vita sano per 60.000.000 milioni d’italiani e per decine di milioni di cittadini europei.

Questo è il lavoro agricolo italiano che, fortemente ancorato alle stagionalità, continua ad avere un proprio tratto distintivo nel panorama agricolo europeo. Sono pochi i cittadini francesi, tedeschi, olandesi, spagnoli o inglesi occupati stagionalmente nei loro paesi nelle fasi lavorative che producono le materie prime agricole. Questa nostra originalità permette a tanti medici, alimentaristi, cuochi, giornalisti, rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali e dei produttori di popolare giornalmente il piccolo schermo, di partecipare ai dibattiti sulle diete e sulla salute vantando i benefìci dei nostri prodotti agricoli ed alimentari.

Ai prodotti agricoli associano storia, tradizione, paesaggio, cultura, civiltà, giornalismo, libri e libri di cucina.

Il lavoro agricolo, di circa milione e mezzo di cittadini italiani e migranti, è parte integrante di questo mondo, di questa civiltà che ha una storia millenaria.

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