Lecce, 19 maggio 2023 – Riportiamo di seguito la riflessione a firma congiunta di Luca Toma e Sabrina Loparco, rispettivamente segretario generale della Filla Cgil Lecce e portavoce di Udu Lecce, pubblicata in prima pagina sul Nuovo Quotidiano di Puglia di oggi.

Luca Toma*
Sabrina Loparco**

Le iniziative degli studenti, che in questi giorni hanno simbolicamente montato le tende fuori dalle principali sedi universitarie, hanno avuto il merito di rendere visibile un problema spesso sottovalutato: la questione abitativa e la difficoltà di garantire a tutti il pieno esercizio del diritto alla casa.

Il Segretario generale della Fillea Cgil Lecce, Luca Toma

Già lo scorso 1° aprile, gli studenti avevano aderito alle manifestazioni promosse in tutta Italia dalla Fillea Cgil per denunciare i rischi connessi alle scelte del governo in tema di bonus edilizi e codice degli appalti. Denunciavamo il rischio concreto di tagliare fuori dall’accesso agli incentivi proprio gli immobili che ne avrebbero maggiore bisogno: case popolari, condomini di periferia, abitazioni destinate alle fasce più marginali ed a basso reddito.

Gli studenti rappresentano la punta dell’iceberg di un fenomeno certamente più vasto e preoccupante che rischia, se non gestito in maniera concreta e tempestiva, di trasformarsi in una vera e propria emergenza sociale. Già la pandemia ed i vari lockdown avevano messo in plastica evidenza le disuguaglianze legate al tema della casa, la minore disponibilità di spazi, di dotazione tecnologica, di salubrità degli immobili.

La bolla speculativa che ne è seguita ha amplificato il problema, evidenziando come non sia vissuto solo dalla popolazione studentesca ma piuttosto coinvolga più in generale chi non ha la forza per diventare proprietario o chi ha necessità di soddisfare esigenze temporanee: giovani in cerca di autonomia, coppie separate, lavoratori in trasferta, studenti fuori sede, migranti.

Ritaglio del Nuovo Quotidiano di Puglia del 19 maggio 2023

La provincia di Lecce non è immune a tale fenomeno: qui scontiamo il paradosso di avere un basso numero di posti letto in rapporto agli stessi studenti aventi diritto all’alloggio pubblico e, contemporaneamente, un alto numero di abitazioni potenzialmente destinabili al mercato della locazione. Un posto in una delle rare camere doppie nella Lecce universitaria può costare anche 150 euro; per una singola invece si arriva anche intorno ai 250 euro al mese. Il tutto ovviamente spese escluse. Fino a qualche anno fa si poteva trovare una sistemazione dignitosa anche a costi più accessibili, a circa 170 euro. Si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di immobili con una classe energetica bassa, F o G, con consumi annui nell’ordine di oltre 2mila euro. Per le tasche degli studenti l’aumento degli affitti si somma ai rincari delle bollette, creando un corto circuito che mina davvero il diritto allo studio, specie se si considera che a fronte di migliaia di studenti fuori sede, le residenze universitarie possono ospitare poco più di 400 studenti.

Lecce poi deve fare i conti con il “mercato turistico”, che dal punto di vista del diritto alla casa è un’aggravante: qui come in altre mete turistiche la popolazione residente ha visto progressivamente erosa la quota di alloggi destinati alle locazioni a medio-lungo termine, in favore della residenzialità a breve e brevissimo termine.

Sabrina Loparco, portavoce Udu, alla manifestazione unitaria degli edili del 1° aprile

Nella sola città di Lecce, il reddito medio pro capite supera di poco i 21mila euro, mentre i prezzi medi di un affitto sono prossimi ai 9 euro al metro quadro. Due dati semplici da incrociare affinché sia evidente come i costi per gli affitti siano tali da porre un inquilino medio in condizione di sofferenza finanziaria, soglia fissata convenzionalmente al 30% del rapporto tra il canone ed il redito familiare (al netto dei costi di gestione dell’immobile: utenze, spese condominiali, eventuale mutuo).

Affitti in aumento e stagnazione dei salari sono i manici di una tenaglia che sembra stringersi sempre più, spingendo un numero crescente di persone nella zona grigia della povertà.

La delegazione di Udu alla manifestazione unitaria del 1° aprile a Napoli

Fenomeni che nel tempo potranno essere mitigati da interventi che vengono spesso richiamati ed annunciati: costruzione di nuove residenze universitarie, interventi di edilizia popolare, rifunzionalizzazione di spazi da destinare all’housing sociale, interventi di regolamentazione del mercato degli affitti turistici. Però nell’immediato sono necessarie risposte concrete, specie di fronte al manifestarsi di nuove forme di povertà che presto aumenteranno il numero di chi avrà bisogno di una casa a costi accessibili.

In tutto ciò, va innanzitutto avviata una riflessione su quale ruolo vogliamo far svolgere al settore pubblico, dinanzi alla tendenza ad affidarsi ai privati per governare il tema dell’abitare: dinamica peraltro evidente anche negli interventi previsti dal Pnrr in tema di edilizia universitaria.

Così come è urgente riflettere sul pieno rispetto dell’articolo 41 della Costituzione, in considerazione dell’importante volume di immobili sfitti e inutilizzati, spesso lasciati strategicamente tali per far lievitare i prezzi di mercato riducendone la disponibilità. I fatti dimostrano che lasciare tutto alle regole del mercato non garantisce il pieno rispetto della dignità umana, soprattutto di chi fatica a mettersi un tetto sulla testa.

 

*Segretario generale della Fillea Cgil Lecce
**Portavoce di Udu Lecce