Lecce, 16 giugno 2020 – Dall’altro ieri il personale del Reparto di Polizia penitenziaria presso la Casa circondariale di Lecce si sta spontaneamente astenendo dalla Mensa Obbligatoria di Servizio (MOS).
È la risposta, pacata e composta, ai fatti accaduti l’11 giugno scorso all’esterno del carcere di Santa Maria Capua Vetere (clicca per leggere la notizia Ansa), con cui il personale vuole manifestare la propria solidarietà verso i colleghi dell’istituto campano ed il proprio sdegno rispetto alla mortificazione morale e professionale subita.
Quello che è accaduto ai colleghi di Santa Maria Capua Vetere, infatti, è inaccettabile: più di quaranta avvisi di garanzia notificati per strada ad altrettanti colleghi con modalità che offendono la dignità di chiunque, ed ancor di più per chi sa di essere l’ultimo e disperato avamposto dello Stato in quella “TERRA DI MEZZO” di cui tutti parlano ma nessuno conosce quanto noi sulla nostra pelle. L’Uomo va rispettato. Sempre! E su questo nessuno può farci scuola.
Il personale di polizia penitenziaria ha affrontato l’angoscia di questa emergenza sanitaria con sacrificio, senso di responsabilità e dedizione, lontano – come sempre – dai bagliori mediatici; ha respinto il default della sicurezza nelle carceri appellandosi alle proprie forze, ben sapendo di poter contare solo su se stesso; si è speso con tutte le proprie energie per evitare che accadesse l’irrimediabile per la salute e la sicurezza della comunità nazionale, ma ancora assiste ad una campagna denigratoria che si consuma da troppo tempo ed ingenerosamente tra i vari salotti televisivi ed altre stanze del potere. Sapevamo già che in pochi o addirittura nessuno ci avrebbe manifestato riconoscenza alla fine di tutto, perché da molto tempo imparato a non nutrirci di immagine e convenevoli, ma non pensavamo di meritare quello che è accaduto.
Non è possibile che non vi fosse un modo di operare diverso da quella indicibile spettacolarizzazione; un’alternativa che rispettasse le persone e che tenesse conto del principio della presunta innocenza contenuto nell’art. 27 della Costituzione. Quello che è stato fatto a Santa Maria Capua Vetere è uno sfregio alla dignità ed all’onore di ognuno di noi, in quanto Persone ed in quanto Uomini al servizio delle Istituzioni, e va ad aggiungersi a quei “trofei di infamia” che ci vengono troppo spesso “confezionati” e solo noi possiamo “vantare”.