Sicurezza sul lavoro nel Salento: calano gli infortuni, aumentano le malattie professionali. “Ora un piano di investimenti pubblici su ispettori e medici del lavoro”

La direttrice del Patronato Inca Cgil Lecce, Maria Elvira De Pascali ha portato oggi il saluto della Camera del Lavoro territoriale di Lecce durante la Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, organizzata dla sezione provinciale di Anmil (l’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) a Ruffano. Anil ha diffuso i dati Inail aggiornati ai primi otto mesi dell’anno: le morti sul lavoro in provincia di Lecce sono passate da 6 a 4; ma in provincia si verificano 400 infortuni sul lavoro al mese (3.298 tra gennaio e agosto). Preoccupante anche il dato di 579 malattie professionali denunciate in appena 8 mesi, ossia il 27 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Rispetto alle medie nazionale e regionale nel Salento ci si ammala di lavoro ad un ritmo elevatissimo: basti pensare che l’incremento a livello nazionale è del 2%, in Puglia del 13,9%.
“Servono investimenti in formazione, prevenzione e controlli”, ha detto la direttrice del Patronato. !L’aumento di infortuni e malattie professionali non è inevitabile, ma è piuttosto il prodotto di comportamenti economici predatori, di leggi sbagliate, di sfruttamento e mercificazione dei lavoratori. Le risorse sono state tagliate; sono stati depotenziati i servizi ispettivi e di medicina del lavoro. Il risultato è che oggi non si riesce a fare seria prevenzione né a fornire un’adeguata formazione. Serve un vasto piano di assunzioni nei servizi ispettivi e di prevenzione. E serve un coordinamento tra i diversi Enti. Senza contare la necessità di modificare leggi e sistemi che provocheranno l’aumento degli incidenti sul lavoro: penso al meccanismo delle gare al massimo ribasso, ma anche all cosiddetto “Sblocca cantieri”. Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato l’idea di istituire una patente a punti che misuri la capacità di prevenzione e di sicurezza del lavoro delle singole aziende: potrebbe essere inserita come criterio premiale per l’assegnazione degli appalti. La strage di morti e infortuni sul lavoro su scala nazionale, regionale e locale è inaccettabile in un paese civile. Andrà avanti così finché si considereranno salute e la sicurezza come una voce di costo, su cui non si fanno investimenti, né pubblici né privati. Abbiamo bisogno di un grande cambio culturale: finché prevarrà l’idea che pur di lavorare, va bene qualsiasi condizione, fino a quando il lavoro sarà così precario, la cultura della sicurezza sarà sempre ostacolata”.