Lecce, 18 febbraio 2019 – Sit-in di protesta alla Nardò Technical Center di Nardò. Nei giorni scorsi, gli ex lavoratori interinali della pista, sostenuti da Nidil Cgil Lecce e dalla Uilm Lecce, hanno manifestato davanti ai cancelli per accendere un faro sulla loro situazione. Da circa un anno, infatti, in tanti sono stati fermati pur avendo lavorato all’interno dello stabilimento per diversi anni.
Sono precari storici che da tempo ambivano ad una stabilizzazione che non è mai arrivata. Si ritrovano oggi nella condizione di dover chiedere all’azienda di essere richiamati al lavoro. Sono drivers e meccanici dalla comprovata esperienza e competenza rimasti incastrati, come spesso è avvenuto negli ultimi anni, nelle pieghe del precariato cronico.
“Oggi Ntc è impegnata in una grande operazione di rifacimento della pista”, dice Sabina Tondo, coordinatrice provinciale del Nidil Cgil Lecce. “Fino a maggio, quando i lavori dovrebbero concludersi, le speranze di questi lavoratori di rientrare sono ridotte al lumicino. Ma a dare un colpo alle loro legittime aspettative e speranze giunge anche la decisione del management di affidare l’assunzione diretta dei driver a tempo indeterminato ad un’azienda di servizi. L’esternalizzazione di questa parte importante del personale slega il lavoratore dal destino di Ntc. Tale scelta fa intravedere anche un effetto imprevisto del Decreto Di Maio, un escamotage a cui ricorre l’azienda per abbattere la quota massima del 30% di lavoratori interinali sul totale del personale dipendente. In assenza di risposte, l’azione di protesta a sostegno dei lavoratori interinali proseguirà con altre manifestazioni”.
“Il 2019 per gli ormai ex lavoratori interinali della Nardo’ Technical Center è iniziato senza alcuna novità in ambito lavorativo. Parliamo di una platea di circa un centinaio di lavoratori, che ha prestato il proprio lavoro presso la nota azienda nelle mansioni di drivers o meccanici, assoggettati alle logiche del precariato con il susseguirsi dei contratti di somministrazione attraverso le agenzie interinali. Sono lavoratori che per circa 15 anni hanno contribuito a rendere importante il nome dell’azienda in tutto il mondo, anche attraverso le professionalità e le competenze messe in campo da loro stessi. Ad oggi, probabilmente facendo seguito all’entrata in vigore del Decreto Di Maio, il management aziendale ha deciso di affidare ad un’azienda esterna il reclutamento e l’inquadramento del personale a tempo indeterminato. È probabile addirittura il ricorso ad un inquadramento differente rispetto al settore di riferimento metalmeccanico, c’è chi ipotizza il ricorso al contratto multiservizi: ciò si tradurrebbe per il lavoratore in una perdita sostanziosa in busta paga. In questo modo viene svilito il senso del decreto Di Maio e la stabilizzazione che se ne ricava sarebbe in pejus per i lavoratori. Auspichiamo che l’azienda non si limiti ad escamotage di questo tipo per aggirare le previsioni di legge. Al momento dei somministrati che nel corso degli anni hanno vantato speranze di assunzioni dirette presso l’azienda, solo una ventina risultano stabilizzati esternamente e 15 mediante il ricorso allo staff leasing con l’agenzia interinale. In attesa che terminino i lavori di ristrutturazione del circuito questi ex lavoratori continuano a vivere la propria condizione di precarietà lavorativa, senza avere alcuna speranza e nell’incertezza della propria condizione futura”.
Che cosa prevede il Decreto Di Maio
Il Dl 87/2018 è entrato in vigore il 14 luglio con un regime transitorio. Dal 1° novembre, per prorogare o rinnovare un contratto a termine già avviato tra le parti, bisognerà seguire le nuove regole:
- durata massima del primo contratto a termine senza causale di 12 mesi;
- oltre i primi 12 mesi, proroga con causale: il datore deve cioè precisare che la prosecuzione del rapporto avviene a tempo determinato per esigenze temporanee e oggettive;
- le proroghe possono essere al massimo quattro nell’arco di 24 mesi (e non più cinque nell’arco di 36 mesi);
- la durata massima dei rapporti a termine fra lo stesso datore e lo stesso lavoratore è di 24 mesi, salvo previsioni diverse del contratto collettivo applicato dall’azienda.
Inoltre il Decreto prevede per le imprese una quota massima del 30% di lavoratori interinali sul totale del personale dipendente.
Nidil Cgil Lecce
Sabina Tondo
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