Seconda giornata del XII Congresso regionale della Cgil. A Bari oggi è intervenuta la nostra segretaria generale, Valentina Fragassi, ribadendo durante un accorato intervento alcuni punti emersi durante il Congresso provinciale: «Quest’anno ho avuto per la prima volta il privilegio di partecipare a tutti i congressi provinciali. Una possibilità straordinaria per comprendere a fondo le ragioni di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati. Il Congresso ha registrato una partecipazione straordinaria e tutti i lavoratori hanno manifestato apprezzamento per la costruzione del documento “Il Lavoro è”, nato dal basso, un documento che tratta tutte le questioni sul tappeto, proponendo soluzioni e dando speranza. Sono convinta che il sindacato e la politica debbano interpretare il momento storico, anticipando quel che accadrà nel futuro. Noi viviamo un momento storico-politico particolare: trumpismo e Brexit disegnano il contesto globale all’interno del quale è nato il governo impropriamente chiamato giallo-verde, visto che a dettare l’agenda è praticamente il solo Matteo Salvini. Quel che stiamo vivendo in Italia, la Cgil lo aveva previsto per tempo. Al centrosinistra avevamo detto con largo anticipo che la strada intrapresa non era quella giusta. Per fortuna abbiamo mantenuto la nostra autonomia politica, che ovviamente come dice il Segretario Generale regionale Pino Gesmundo non significa indifferenza. Nonostante ciò, continuano ad associarci al Pd, cioè a quella forza a cui noi abbiamo contestato quasi tutto, in particolare la logica della sottrazione dei diritti dei lavoratori da sacrificare sull’altare della modernità. Non eravamo visionari per un semplice motivo: siamo sempre stati tra le persone e sui luoghi di lavoro.
Abbiamo sempre detto che l’Europa non ci va bene così com’è; non ci serve un’Unione dei mercati, ma un’Unione di persone. Ho apprezzato quanto detto dal compagno Vincenzo Colla nella prima giornata: ci arrovelliamo su come innalzare muri tra vicini di casa, tra Nord e Sud del Paese, tra Italia e Unione Europea, quando il mondo del lavoro è globale e digitale e supera le distanze con un clic. Le risposte da dare a lavoratori e pensionati sono invece semplici: diritti, lotta alla povertà, impegno su sanità, trasporti e legalità. Sulla sanità servono una prospettiva e una progettualità diverse. Dobbiamo coinvolgere tutti, non solo fasce deboli e pensionati, perché chiunque abbia avuto un problema di salute o abbia frequentato gli ospedali pubblici pugliesi non può dire che le cose vadano bene. La sanità è un problema che la gente vive sulla propria pelle, penalizzata com’é dalla progressiva privatizzazione in atto e da condizioni di lavoro degli operatori ai limiti della decenza: medici, infermieri e Oss sono ridotti al minimo e per quel che fanno sono eroi. Non è su di loro che bisogna sfogare la frustrazione per la cattiva sanità pugliese. Altro nodo decisivo per il Salento e la Puglia è quello dei trasporti: presto con Cisl e Uil lanceremo una piattaforma unitaria a tal proposito. A noi non serve un’autostrada Bari-Lecce, piuttosto abbiamo bisogno di collegamenti ferroviari con l’aeroporto di Brindisi, di maggiore sicurezza sulle strade, di investimenti su lavoro e mezzi, di valorizzare lo scalo di Surbo. E l’altro problema enorme che viviamo nel Salento è la legalità: nel nostro territorio fioccano le interdittive antimafia ed i commissariamenti delle amministrazioni comunali per mafia. Su questo terreno è il momento di partecipare attivamente sul territorio per cambiare le cose, anche noi dobbiamo sentirci parte in causa. Infine la questione Tap, emblematica del periodo storico che stiamo vivendo e rappresentazione esatta di cosa sia la politica oggi. La Cgil su questo tema ha mantenuto il punto sulla contrarietà all’approdo a San Foca, per questioni di vocazione territoriale. Chiedo a tutti il rispetto della nostra posizione e della posizione dei lavoratori che affollano la nostra camera di lavoro di Melendugno e che sono sulla nostra stessa posizione».