Previdenza integrativa

I lavoratori, in particolare i più giovani, non devono perdere di vista la possibilità di costruirsi una seconda pensione, detta anche previdenza complementare. Il graduale calo del sostegno derivante dalla pensione pubblica non è più un mistero per nessuno. La corsa al ribasso delle prestazioni è iniziata con l’introduzione della pensione calcolata con il sistema contributivo (destinato a sostituire quello retributivo).
Le pensioni corrispondenti più o meno all’80% dell’ultima retribuzione che percepiscono i lavoratori a fine carriera oggi stanno per essere soppiantate da un trattamento inferiore che – nelle ipotesi più favorevoli – garantirà ai giovani una pensione del 60%.
Vediamo di seguito come orientarci quando dovremo prendere questa decisione, che deve essere fatta consegnando il modulo TFR 2 di adesione al datore di lavoro entro 6 mesi dalla data di assunzione.
Il versamento del Tfr e degli eventuali altri contributi presso i fondi pensione dà luogo, al raggiungimento dei requisiti, alla liquidazione di una pensione aggiuntiva a quella obbligatoria o un capitale o un mix di rendita e capitale in relazione al montante maturato.
I Fondi Pensione “chiusi” sono collegati ai contratti collettivi nazionali di lavoro quindi riguardano un gruppo di lavoratori che appartengono alla stessa azienda, gruppo, comparto o settore produttivo.
Le fasi in cui si articola il funzionamento di una forma di previdenza complementare sono essenzialmente tre: la fase di adesione, la fase di accumulo, la fase di erogazione.
1) La fase di adesione
In questa fase il soggetto aderisce volontariamente alla forma attraverso la sottoscrizione del cosiddetto modulo di adesione, con contestuale accensione di un conto individuale a suo nome; previa lettura della apposita documentazione, ed in particolare della nota informativa, prende atto delle caratteristiche della forma (modalità di contribuzione, la frequenza dei versamenti, modalità d’investimento, costi, regole di partecipazione ecc.) ed effettua le relative scelte (per esempio: quanto contribuire, come ripartire le sue risorse tra le linee di investimenti offerte ecc.).
2) La fase di accumulo
In tale fase le risorse, accantonate in conti individuali, sono investite dai gestori del fondo nei mercati finanziari e generano dei rendimenti che determineranno il valore finale del montante che verrà poi utilizzato per erogare le prestazioni. Gli indirizzi della gestione vengono decisi dal fondo, secondo principi di prudenza e non di massimizzazione del rendimento.
3) La fase di erogazione
In tale fase, le forme di previdenza complementare erogano, agli aderenti che ne hanno maturato il diritto, una rendita, cioè una prestazione erogata con una determinata periodicità o un capitale o un mix di rendita e capitale in relazione al montante da essi maturato.

Anticipazioni
In analogia con quanto avviene per il Tfr in azienda, è previsto che il Fondo – al verificarsi di determinate condizioni – anticipi ai lavoratori che ne fanno richiesta una parte del montante accumulato. Si tratta di una misura studiata per venire incontro a chi si trova in situazione di difficoltà. Non va però dimenticato che il fine ultimo di chi si è iscritto al fondo complementare è quello di costruire la seconda pensione; togliere montante pregiudica il risultato finale. Proprio per questo, è previsto che le anticipazioni richieste al fondo possano essere reintegrate, in modo tale da ricostruire la riserva che permetterà la liquidazione della pensione supplementare.
In qualunque momento (non si tiene conto degli anni di iscrizione) il lavoratore può chiedere al Fondo di anticipargli sino al 75% della posizione individuale maturata, per fronteggiare spese sanitarie (terapie e interventi) riconosciute dalle strutture pubbliche, connesse a gravi motivi di salute, riferite a lui, al coniuge o ai figli.
Se il lavoratore vuole acquistare o ristrutturare la prima casa di abitazione, per sé o per i propri figli, può richiedere sempre il 75% dell’accantonato ma deve però avere almeno otto anni di iscrizione al fondo.
Infine, è previsto che per ulteriori esigenze (non è richiesto un motivo particolare) chi è iscritto al Fondo da almeno otto anni possa chiedere un’anticipazione pari al 30% di quanto maturato.

Riscatto
La posizione individuale si può riscattare prima di andare in pensione ma ciò è possibile solo per determinati motivi e non sempre per l’intero montante. Esiste un riscatto parziale, pari al 50% del capitale in caso di cessazione di attività lavorativa con inoccupazione compresa tra 12 e 48 mesi, oppure se il datore di lavoro ha fatto ricorso alla cassa integrazione guadagni o alla mobilità. Si può riscattare l’intero montante in caso di invalidità permanente con riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo o per cessazione dell’attività lavorativa con inoccupazione superiore a 48 mesi. In caso di premorienza, il riscatto può essere esercitato dagli eredi o dai diversi soggetti designati. Altre forme di riscatto possono essere previste dai Fondi se l’iscritto perde i requisiti di partecipazione al fondo stesso.

Informazioni dettagliate sui fondi complementari di settore, sono a disposizione sui seguenti link:

FONTE
Fondo pensione per i dipendenti del terziario, commercio, turismo e servizi

COOPERLAVORO
Fondo pensione per i dipendenti di distribuzione e cooperative

PREVIAMBIENTE

Fondo pensione per i dipendenti di farmacie speciali e pulizie