Lecce, 23 marzo 2021 – Il Coordinamento della Donne SPI di Lecce denuncia fermamente la decisione della Turchia di ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul, che ha posto una barriera alla violenza contro le donne, nella famiglia e nella società.

L’uscita della Turchia segna un pericoloso arretramento sui diritti delle donne, in un momento in cui questi vengono messi in discussione anche dalle condizioni in cui tutto il mondo si trova a causa della pandemia. In tal modo in questo Paese, geograficamente così vicino a noi, in cui si stanno verificando numerosi episodi che rivelano le posizioni antidemocratiche del governo, le donne si troveranno nuovamente esposte alla violenza, domestica e non, e senza alcuna tutela.

La motivazione addotta dal governo turco, che la Convenzione agevolerebbe i divorzi e minerebbe l’unità della famiglia, rivela il resistere in Turchia di una mentalità e una cultura patriarcali che dieci anni di vigenza della Convenzione non sono riusciti a mettere in crisi. Lo scopo di questa decisione è di riaffermare il potere dell’uomo sulla donna prima all’interno della famiglia e poi in tutta la società. Per noi donne questo è inaccettabile: se solo una di noi si vede negare i suoi diritti, tutte, in qualsiasi nazione viviamo, siamo in pericolo.

Perciò, di concerto con le donne dello SPI Nazionale, anche noi “chiediamo alle istituzioni europee e nazionale di contrastare tale decisione con tutti gli strumenti e i mezzi a disposizione”.