Moscara (Slc): “Fibra Ottica e 5G, due possibili fattori di ripresa post Covid”

L’intervento di Tommaso Moscara, segretario generale della Slc Cgil Lecce-Brindissi, pubblicato oggi sulla Gazzetta del Mezzogiorno (edizione Lecce, Brindisi, Taranto)

 

di Tommaso Moscara*

Tutti auspichiamo che il periodo nero della pandemia possa essere soltanto un ricordo. Nel frattempo, oggi che a fatica torniamo alla normalità, abbiamo la necessità di guardare avanti e ragionare su come pianificare una ripresa economica trasversale. Il settore delle telecomunicazioni può confermarsi in questo frangente come un volàno di sviluppo. A patto che si sciolgano due nodi irrisolti: la rete unica in fibra ottica e il 5G, due dorsali dello sviluppo che, almeno dal punto di vista infrastrutturale, potrebbero annullare il digital divide che colpisce piccoli comuni e grandi aree, anche industriali. E per territori geograficamente marginali come il Salento, ridurre le distanze dai centri direzionali.

Il Segretario Generale della Slc-Cgil Lecce-Brindisi, Tommaso Moscara

Ora è il momento giusto per giungere ad una crescita condivisa attraverso lo sviluppo delle nuove tecnologie. Invece assistiamo a sterili polemiche. Da svariati anni si dibatte su cosa siano e quanto servano le autostrade digitali, ossia grandi vie su cui far viaggiare dati e servizi capaci di abbattere distanze nel campo delle comunicazioni, della telemedicina e del sociale. Solo la sinergia tra la rete in fibra e il 5G può portare benefici complessivi. Mi chiedo per questo se, in un contesto permeato da imponenti infrastrutture tecnologiche di vecchia generazione (2G, 3G, 4G), abbia ancora senso parlare, senza opportuna conoscenza, di eventuali conseguenze sulla salute dei mini impianti di nuova generazione. Ognuno però si sente libero di esprimere la propria opinione stuzzicando la pancia dell’elettorato, dandogli in pasto frammenti di pseudoscienza dichiarandosi allo stesso tempo strenuo difensore dell’ambiente per racimolare qualche punticino di consenso.

Una dinamica che riscontriamo anche a livello locale. Circa quaranta Comuni salentini, nonostante l’assenza di evidenze scientifiche, si sono già dichiarati contrari all’installazione del 5G. Di fronte a nuove sfide bisognerebbe saper scegliere, basandosi su una seria analisi costi-benefici per la collettività. Le ragioni su cui le amministrazioni comunali basano il proprio diniego appaiono invece vaghe e inconsistenti, frutto di ragionamenti non suffragati dal punto di vista scientifico, ma che al contrario sconfinano nel populismo retorico.

Nell’era dei millennials, dell’esodo di giovani e delle professionalità perdute, il Sud non può pretendere di crescere usando ancora aratro e cavallo. Le amministrazioni che oggi rifiutano la tecnologia, sono le stesse che poi si disperano per la mancanza di insediamenti produttivi. Dovrebbero prendere coraggio, i nostri amministratori locali, e mettere in campo una visione di ampio respiro capace di gestire la svolta. Al contrario si comportano come se volessero lasciare capacità strutturale e creativa agli altri, come se dovessimo accontentarci delle briciole che ogni tanto giungono dall’alto e di vivere nel lamento perenne. Bisogna dire basta a questo stato di cose: forze produttive, parti sociali e amministratori devono mettere da parte ipocrisie e interessi particolari, per ridisegnare il destino del territorio.

Da sempre le nuove tecnologie hanno portato dapprima paura, poi novità e infine spesso benessere. Il punto fondamentale ovviamente è il rispetto delle regole. Proprio la Regione Puglia ha una legislazione stringente sulle installazioni di micro e grandi antenne. Gli uffici preposti devono ovviamente essere messi nelle condizioni di controllare costantemente sulle irradiazioni e sui siti sensibili. Il nostro compito non è bloccare il futuro, ma chiedere il rispetto di queste norme.

La Slc Cgil è pronta a fare la sua parte, mettendo in campo competenze e conoscenze, perché quando si parla di telecomunicazioni, non si parla soltanto di un comparto ben definito, ma di una rete larga, che tocca tutte le principali arterie del territorio provinciale, regionale e nazionale. Le nuove tecnologie interessano lavoratrici e lavoratori del trasporto, della scuola, della medicina, del turismo, del terziario avanzato, della ricerca. Ogni giorno milioni di persone si confrontano e operano utilizzando le telecomunicazioni. Sta a tutti noi scegliere da che parte stare.

La pandemia ci ha messo di fronte ad una sfida ardua. E solo grazie alla tecnologia il nostro Paese è riuscito a mantenere in piedi un minimo di settore produttivo, anche attraverso lo smart-working. Proprio per questo, oggi più che mai, siamo chiamati a fare presto e bene per eliminare quel che resta del digital divide e mettere nella giusta corsia un territorio come il Salento, che ha tanto da dare ed anche tanto da pretendere.

*Segretario generale Slc Cgil Lecce-Brindisi