Lecce, 7 luglio 2020 – Sei mesi dopo, tutto è ancora fermo. Pubblicate sul Bollettino ufficiale (Burp) il 20 dicembre scorso, le Linee guida regionali in materia di organizzazione e gestione delle società in house sono di fatto inapplicate a Lecce. Soprattutto per quanto riguarda l’internalizzazione del 118 – Rete Emergenza Urgenza. La Fp-Cgil conduce la battaglia per dare sicurezza contrattuale agli operatori del 118, da diversi anni. Nel 2020 ha sollecitato per due volte Regione, Asl e Sanitaservice locali a provvedere all’assegnazione del servizio alla società in house. Per avviare il procedimento  delle postazioni di ambulanza e del Servizio Emergenza urgenza, serve una deliberazione del Direttore generale della Asl di Lecce, che però, contrariamente a quanto accade in altri territori della regione, tarda ad arrivare.

Il Segretario provinciale della Fp-Cgil Lecce, Floriano Polimeno

Le Linee guida, al punto 2) lettera b), prevedono espressamente la possibilità per le società in house di acquisire il Servizio. “Spiace constatare come ad oggi, nonostante i vari solleciti della Fp Cgil, la Regione e la ASL non abbiano inteso dar corso all’internalizzazione del servizio, con il conseguente trasferimento del personale coinvolto. Un personale che, dopo la grande prova offerta durante la pandemia, merita questo riconoscimento”, dicono Floriano Polimeno e Cosimo Malorgio, segretario provinciale e coordinatore provinciale Fp-Cgil.

Il sindacato torna a chiedere l’internalizzazione dei servizi. Nel settore, convivono dipendenti Asl, dipendenti di aziende esterne e associazioni di volontariato: lavoratori tutelati a stretto contatto con operatori che svolgono il proprio dovere con forme contrattuali precarie. Ad oggi nella Asl di Lecce sono presenti 31 postazioni (11 MiKe; 10 India, 6 automedica, 4 Victor). Di queste solo 6 sono gestite solo con personale Asl (autisti, infermieri, soccorritori), 1 fa capo all’ospedale di Tricase e 4 sono ibride (3 con autisti e infermieri della Asl/soccorritori della ditta; 1 con autisti Asl/soccorritori e infermieri volontari). Completano il quadro 6 automediche gestite da associazioni e 14 postazioni gestite da ditte o associazioni di volontariato.

“Parliamo di decine e decine di lavoratori dipendenti e di volontari che da anni, nonostante non abbiano una minima garanzia assicurativa-previdenziale, economica, diritti (ferie, malattia, congedi), hanno garantito con serietà e professionalità il servizio ai cittadini. Chiediamo che la Asl di Lecce segua l’esempio della Asl di Foggia, dove già dal 2008 la Sanitaservice gestisce 26 postazioni di 118 e dove lo scorso 22 giugno si è avviato l’iter di internalizzazione di altre 19 postazioni. Un vero e proprio esempio su come garantire un servizio ai cittadini e allo stesso tempo diritti agli operatori: se funziona a Foggia, non capiamo perché l’internalizzazione non debba funzionare anche a Lecce; né capiamo per quale motivo la Regione non dia indicazioni univoche e precise che valgano per tutto il territorio regionale”, concludono Polimeno e Malorgio.

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