Lecce, 29 maggio 2020 – “Sbloccare subito il pagamento della cassa integrazione, altrimenti il disagio economico e sociale sarà difficilmente controllabile”. Cgil Lecce e Filt-Cgil Lecce intervengono sulla questione del mancato arrivo degli ammortizzatori sociali ai lavoratori – in questo caso del trasporto – e chiedono un intervento del prefetto di Lecce, Maria Teresa Cucinotta, nei confronti del Ministero del Lavoro.

In una lettera inviata ieri, i segretari generali provinciali di Cgil e Filt, Valentina Fragassi e Giuseppe Guagnano, fanno presente come da oltre due mesi centinaia di lavoratori degli appalti ferroviari attendano l’agognato sussidio. In particolare i dipendenti di Dussmann Service e Boni spa, che hanno diritto alla cassa integrazione ministeriale in deroga, e i lavoratori ferrotranvieri della ditta Tundo, che aspettano i versamenti del Fondo integrazione salariale (Fis). “In assenza di risposte immediate sullo sblocco dei pagamenti diverrà sempre più complicato assicurare la tenuta sociale del territorio”, scrivono nella lettera. “Sulle spalle di queste centinaia di lavoratori gravano infatti impegni finanziari, mutui e il sostentamento delle rispettive famiglie”.

Il segretario generale della Filt Cgil Puglia e della Filt Cgil Lecce, Giuseppe Guagnano

È della scorsa settimana la videoconferenza tra istituzioni, rappresentanti delle forze dell’ordine, dei sindacati e delle organizzazioni datoriali sulle conseguenze del mancato pagamento degli ammortizzatori sociali ai lavoratori e dei prestiti alle imprese, per scongiurare il rischio di ricorrere a canali di finanziamento illegali. “Nell’ottica della collaborazione sollecitata nelle recenti riunioni telematiche, abbiamo scritto al prefetto per sollecitare un intervento sul Ministero del Lavoro. Le condizioni socio-economiche di questi lavoratori stanno diventando sempre più precarie. Dobbiamo in tutti i modi evitare che si creino condizioni di disagio che possano favorire organizzazioni criminali e usurai. Il Governo sblocchi immediatamente il pagamento degli ammortizzatori sociali”.

A livello nazionale sono oltre 10mila gli addetti agli appalti ferroviari che non ricevono gli assegni previsti per contrastare la crisi causata dal Covid. Sono coinvolte società di pulizie a terra e a bordo treno, ristorazione, accompagnamento notte, logistica, pulizia stazioni e assistenza ai disabili. Lavoratori sui quali, prima della pandemia, già gravavano crisi aziendali, ritardi nel pagamento degli stipendi, mancanza di liquidità delle aziende.

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