Lecce, 14 ottobre 2019 – Delocalizzazione, concorrenza sleale sul posto di lavoro, automazione: il settore dei call-center è uno dei più esposti. Sotto i colpi inferti da questi fenomeni, il comparto rischia di perdere migliaia di posti di lavoro in Italia. In provincia di Lecce i dipendenti diretti ed a tempo indeterminato dei tre principali call-center (Call&Call, Comdata, Transcom) sono all’incirca 2.200. Ma contando anche gli occupati in somministrazione e le realtà meno strutturate, si superano le 3.000 unità impiegate.

Le segreterie territoriali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil – unitamente alle rappresentanze sindacali unitarie di Call&Call, Comdata e Transcom e in concomitanza con il tavolo ministeriale per i call center – indicono per lunedì 14 ottobre un presidio sui luoghi di lavoro delle tre grandi aziende a sostegno delle delicate vertenze aperte sul territorio e della piattaforma unitaria sottoscritta il 26 luglio 2018, con richieste specifiche su: clausola sociale, tariffe, delocalizzazione, ammortizzatori sociali, istituzione di un Fondo di solidarietà della filiera delle telecomunicazioni, azioni contro il dumping contrattuale, livelli di gratuità e livelli di servizio.

Il presidio cade in un momento delicato, di passaggio, dovuto a grandi commesse passate da un’azienda all’altra: la commessa Inps (passata recentemente da Transcom a Comdata) impiega 130 lavoratori, quasi tutti interinali senza clausola di salvaguardia; la commessa Enel (passata da Call&Call a Covisian) interessa 450 lavoratori del sito di Casarano.

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