San Cesario di Lecce, 7 giugno 2019 – I dipendenti del punto vendita Mercatone Uno di San Cesario hanno incontrato oggi Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, nella Sala Consiliare del Comune di San Cesario alla presenza del sindaco, dei sindacati e del senatore Roberto Marti.
Per i dipendenti di San Cesario, alla condizione comune agli oltre 1800 lavoratori italiani rimasti a casa per il fallimento di Shernon Holding (proprietaria di Mercatone Uno), si somma anche la spada di Damocle di uno sfratto che a breve diverrà esecutivo.
I 123 dipendenti salentini attendono il pronunciamento del Tribunale di Bologna per il ritorno all’amministrazione straordinaria e ricevere così l’erogazione degli ammortizzatori sociali. Il governo, per bocca del sottosegretario, ha garantito sostegno e in particolare impegno per la riapertura dei punti vendita, per rilevare i quali ci sarebbero già delle manifestazioni di interesse da parte dei fornitori.
“C’è da dirimere il punto della cessazione o continuità dell’attività, un aspetto tecnico quest’ultimo che renderebbe più semplice il ricorso agli ammortizzatori sociali”, spiega Daniela Campobasso, segretaria provinciale della Filcams Cgil Lecce. “Lunedì è in programma un presidio dei tre punti vendita sotto la Prefettura dalle 10 alle 12.30. Chiederemo di essere ricevuti dal prefetto: intendiamo chiedergli un impegno per avere notizie dal Ministero dello Sviluppo Economico circa il rientro nell’amministrazione straordinaria”.
La sindacalista, durante l’incontro di questa mattina, ha espresso perplessità al sottosegretario: “Stentiamo a credere all’esistenza di trattative e a manifestazioni di interesse. Siamo un po’ scottati da quanto vissuto finora. Gli pseudo-imprenditori individuati lo scorso anno dal Ministero hanno poi portato al fallimento. Dietro la garanzia dello Stato, credevamo nella congruità dell’investimento e nella serietà di una società che era stata individuata come l’unica ad avere i parametri richiesti: alla prova dei fatti non c’erano né congruità né serietà. Stigmatizziamo il fatto che in questo anno la Commissione di vigilanza non abbia vigilato, altrimenti i commissari si sarebbero accorti, già all’indomani dell’acquisizione, che qualcosa non stava andando per il verso giusto: magazzini progressivamente svuotati e calo della fiducia da parte dei fornitori erano più di un campanello d’allarme. Siamo contenti dell’attenzione mediatica e politica creatasi intorno a questa vertenza. Ora però aspettiamo i fatti: sostentamento economico immediato alle persone e percorso di riconversione e ricollocazione dei lavoratori. La politica faccia la sua parte, come pure il Tribunale, ma si faccia tutto in tempi rapidi”, conclude Daniela Campobasso.