Lecce, 7 marzo 2019 – Sono tornati a far sentire la loro voce, i precari del Cnr. Precari Uniti, col sostegno della Flc Cgil Lecce, ha organizzato un flash mob nella sede leccese del Centro Nazionale Ricerche. Accanto ai precari in attesa di stabilizzazione anche diversi colleghi che hanno già ottenuto l’agognato traguardo del contratto di lavoro a tempo indeterminato. Per circa 20 ricercatori precari quel contratto è ancora un miraggio, costretti come sono ad accettare proroghe anche di quindici giorni o comunque rapporti di lavoro dall’orizzonte temporale molto limitato.
Dopo le 60 stabilizzazioni ottenute nei mesi scorsi, mancano dunque all’appello altri 20 rapporti di lavoro solo nella sede salentina, mentre si parla di oltre 800 lavoratori a livello nazionale in attesa di “sistemare” la propria vita: eppure ci sono sia la legge (Madia) sia i fondi (34 milioni di euro) per procedere alle agognate stabilizzazioni.
Il suggestivo flash mob ha un significato profondo: una speaker legge un calendario che parte il 27 febbraio, da quando cioè il presidente del Cnr Massimo Inguscio promette 300 assunzioni a breve e piano triennale delle attività, con immediato utilizzo dei 34 milioni stanziati ad hoc. Nell’attesa che le promesse si tramutino in fatti, giorno dopo giorno i precari diventano disoccupati. Con la scadenza dei loro contratti, vanno in fumo le vite lavorative dei ricercatori, le loro aspirazioni, i loro progetti, i loro studi. “Per ciascun ricercatore che scade, si perdono patrimonio umano e conoscenze. Chi poterà avanti la ricerca, se nessuno ci lavora?”, si chiedono i precari.

 

Di seguito il testo letto durante la manifestazione:

27 febbraio 2019 – Sono passati quasi due anni dalla Legge Madia e ancora 1.000 ricercatori attendono di essere assunti in base al loro diritto sancito dalla legge. Ieri il presidente ha dichiarato che avrebbe provveduto a brevissimo ad assumerne 300 e a programmare le assunzioni per tutti iniziando con l’impiego dei 34 milioni. Intanto, ogni giorno un contratto scade. Oggi scade il contratto di Giuseppe.

28 febbraio 2019 – Sono passati due giorni e ancora siamo qui, ogni giorno un precario si trasforma in disoccupato. Oggi scade il contratto di Rita.

1° marzo 2019 – Ancora silenzio da parte del Cnr, mentre ogni giorno che passa un pezzo di ricerca si ferma. Oggi scade il contratto di Tommaso.

2 marzo 2019 – Arriva il fine settimana, ma per tanti ricercatori precari in scadenza c’è poco da essere allegri. Oggi scade il contratto di Assunta.

3 marzo 2019 – E il settimo giorno si riposò. Tanti ricercatori invece lavorano anche la domenica. Purtroppo più passa il tempo e meno ricercatori ci sono. Oggi scade il contratto di Teresa.

4 marzo 2019 – I 34 milioni di euro per le stabilizzazioni sono ancora lì. Nulla di fatto dall’Amministrazione Cnr. Invece ogni giorno un collega lascia la ricerca perché il suo contratto scade. Oggi scade il contratto di Giovanni.

5 marzo 2019 – E’ passata una settimana da quando sono state promesse 300 assunzioni subito e Pta (Piano triennale delle attività, ndr) per tutti. Ad oggi, assunzioni zero, Pta zero. Oggi scade il contratto di Alberto.

6 marzo 2019 – Il silenzio del Cnr si fa sentire. Il tempo passa e si vedono solo contratti scadere. Oggi scade il contratto di Agostino.

7 marzo 2019 – Per ciascun ricercatore che scade, si perdono patrimonio umano e conoscenze. Chi poterà avanti la ricerca, se nessuno ci lavora? Oggi scade il contratto di Caterina.

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